Sì, è proprio così. Risuscitò, e si adempirono le Scritture, e si unirono di nuovo il
Cielo e la Terra ed, anche se gli uomini non se ne accorsero, il mondo tornò a Dio e
Dio al mondo. Tornò a splendere un arcobaleno che nessuno poteva ormai
infrangere né l’uomo, né Dio.
E’ grande ed imperturbabile il mistero della Pasqua. Quei giorni che vanno dalla
domenica delle Palme alla domenica di resurrezione sono pregni di significato e
testimoniano il compimento dell’avventura che Dio aveva iniziato con l’uomo fin dai
tempi del Paradiso Terrestre. Una porta sbattuta dall’uomo e sbarrata da Dio quel
giorno, un pietra di sepolcro ribaltata oggi.
Nel mezzo c’è stato da parte di Dio un rincorrere continuo della sua creatura che
fuggiva qua e là dimenticandosi della sua misericordia. Il tutto preparato
dall’invenzione del Sacramento dell’amore nell’ultima cena, da una croce sul
Golgota che spalanca le braccia per abbracciare il mondo. L’uomo della croce si
ripresenta alla Maddalena come Dio di luce nel giardino del sepolcro ed una tomba
vuota grida ad ogni uomo che la morte è un passaggio, che l’uomo non è fatto per
essa, ma per la vita. E’ una sosta nel suo cammino, una sosta per guardare indietro
al cammino fatto per poi correre avanti e tuffarsi nell’eternità.
La Pasqua supera ogni dolore dell’uomo, ogni preoccupazione, ogni incertezza. Il
male commesso nel mondo, tenebra profonda, lascia il posto improvvisamente alla
luce abbagliante del Risorto e tutto riacquista un senso. L’uomo non può scalfire la
gloria e la redenzione del Cristo, neppure con le sue indegnità più profonde. Cristo
regna comunque e può farlo sia da una croce, che da un sepolcro violato.
Così Egli è la nostra speranza, direi, la nostra certezza, l’assicurazione della nostra
salvezza. Tutto torna a Lui. Egli è l’alfa e l’omega, il principio e la fine, in Lui tutto si
ricompone. In Lui e c on Lui l’uomo torna ad essere il protagonista della meravigliosa
storia del mondo dove ognuno porta la sua pietra, piccola, se vuoi, ma necessaria
perché il disegno previsto da Dio venga completato. E questo senza nostro merito,
ma grazie alla Sua misericordia che ci ha voluto associare nella realizzazione di una
così grande impresa.
E’ la Pasqua del Signore, ma è anche la nostra Pasqua, perché in Lui torniamo a
risorgere dal momento che per mezzo di Lui le nostre piaghe sono state risanate.
Ora anche noi splendiamo come il Cristo e Dio non fa più fatica a riconoscerci come
figli suoi. Ora gli somigliamo, ora siamo veramente un tutt’uno con Lui.
Perciò carissimi, Buona Pasqua e siate felici di quella felicità che solo Dio sa dare.
Marino