Aspetto ancora il vaccino
Che marasma qui in Toscana vaccinar chi ne ha l’urgenza
e l’attesa è cosa vana e diventa un’indecenza:
magistrati ed avvocati, belli in fila per benino
manco si son vergognati di ricorrere al vaccino.
Ben per primi, che sorveglian la giustizia
non per loro, ma pel popolo meschino
che subisce, grazie a loro, il disdoro e la mestizia:
io protesto per davvero e nemmen col capo chino.
Non è tutta colpa loro, se c’è da magna’ se magna,
cosa importa del decoro, che ben venga la cuccagna.
Governanti illuminati (?) – obliando tosca gloria
di virtuosi antenati, che nel mondo han fatto storia –
delle caste portentose si son fatti paladini
innescando minacciose, con fiammiferi e zolfini,
reazioni motivate del negletto vaccinando
che non sa né come, dove e persino se e quando.
Io son tra quei negletti, confinati in prigionie
e poiché siamo vecchietti, pur se mancan le diottrie,
non dobbian sopportar sgarbi e ricevere pretesti
tanto ormai, s’è visto tardi, a noi toccan solo i resti.
Or che ormai ventenne sono, e perfin per quattro volte,
al dolor non mi abbandono e sopporterò le “botte”
ma nell’urna prima o poi, bien piegata ed adagino
metterò il gran scontento per quel tardo mio vaccino.
Anna da Prato